Eduardo De Crescenzo canta le canzoni classiche napoletane. “Finalmente!” esclameranno tutti quelli che, tantissimi, si chiedevano perché non l’avesse ancora fatto. La più soul delle voci napoletane sarà infatti protagonista di un concerto interamente dedicato agli evergreen della tradizione partenopea. Intitolato Avvenne a Napoli, l’evento andrà in scena sabato 12 giugno al bosco di Capodimonte nell’ambito del Campania Teatro Festival. Un’esibizione che, manco a dirlo, si annuncia imperdibile.
EDUARDO DE CRESCENZO E LA CANZONE CLASSICA NAPOLETANA
Avvenne a Napoli nasce come un sentito tributo alle canzoni che hanno fatto la storia della musica napoletana. A rivelarlo è lo stesso Eduardo De Crescenzo: “E’ il mio omaggio ai Maestri che mi hanno insegnato l’Arte dei Sentimenti: perché le emozioni. hanno un suono preciso, hanno parole precise ma per riconoscerle, bisogna impararle”. La scaletta del concerto sarà tutta da scoprire, ma il canta-fisarmonicista ha già anticipato qualche titolo.
Tra i superclassici in programma, ci saranno alcuni capisaldi del repertorio Bideri, come I’ te vurria vasà, Maria Marì e. Voce ‘e notte. A proposito di maestri, non mancheranno poi brani di Salvatore di Giacomo. Eduardo De Crescenzo interpreterà Era de maggio, Serenata napulitana così come la poco frequentata Luna nova. Inoltre, canterà Uocchie c’arragiunate, Silenzio cantatore e Passione. Su tutte, però, due sono le canzoni che destano maggiore curiosità: Fenesta vascia e ‘A vucchella. Sarà davvero interessante sentire come le interpreterà.
UN CONCERTO PER VOCE, FISARMONICA E PIANO
Eduardo De Crescenzo renderà il suo omaggio al repertorio della cosiddetta epoca d’oro accompagnandosi con la fisarmonica e avvalendosi. del talento pianistico di Julian Oliver Mazzariello. Una formazione minimale, dunque, che riflette una precisa volontà artistica: riproporre le canzoni classiche napoletane nella loro purezza. “Mi piacerebbe cantarle così come i loro autori le hanno sentite.” ha sottolineato “Attente solo a scolpire la vita che ci passa dentro, naturalmente ribelli a ogni manierismo convenzionale”. Insomma, l’approccio di un’artista che si avvicina con rispetto e umiltà a quella tradizione che gli ha nutrito l’anima.