NapoliCaruso è un omaggio al più grande tenore di tutti i tempi, che non dimenticò mai le canzoni napoletane. Ha questa prospettiva narrativa la mostra dedicata dalla Fondazione Bideri ad Enrico Caruso nel centenario della sua scomparsa. Allestita a Praiano, nella suggestiva ex Congrega del Rosario della Chiesa di San Luca (oggi Casa. della Musica), l’esposizione sarà visitabile fino al 31 dicembre.
NAPOLICARUSO, UNA MOSTRA FOTOGRAFICA E DOCUMENTALE
NapoliCaruso ripercorre la carriera di Enrico Caruso attraverso immagini, documenti inediti, 78 giri e materiali d’epoca appartenenti alla Fondazione Bideri. Il percorso espositivo ha uno sviluppo cronologico con un focus specifico sull’intenso rapporto tra il tenore e la musica partenopea. La mostra propone, dunque, rare fotografie di scena di quando debuttò nel repertorio operistico, esibendosi con successo nei teatri campani. E finanche nel Duomo di Maiori nel luglio 1894.
NapoliCaruso testimonia poi i trionfi internazionali e l’approdo a New York, dove Caruso raggiunse l’apice del successo. E dove fu tra i primi ad incidere dischi, divenendo la prima star della nascente industria discografica. La mostra racconta anche il Caruso abile caricaturista, come rivela, tra gli altri disegni, un ritratto a matita di Ernesto De Curtis.
NapoliCaruso ricorda anche l’amore di Caruso per la sua terra e per la famiglia. Di grande suggestione sono gli scatti realizzati con la moglie Dorothy Benjamin e la figlia Gloria all’hotel Vittoria di Sorrento. Sono immagini delle settimane precedenti la sua scomparsa, che emozionano ancor di più se messe in relazione con quelle dei suoi funerali a piazza del Plebiscito e del cordoglio mondiale che ne seguì.
LE CANZONI NAPOLETANE DI CARUSO
NapoliCaruso, però, è soprattutto un viaggio nelle canzoni napoletane di Caruso, i grandi classici e quelle da lui stesso composte. I dischi della Victor Talking Machine e gli spartiti originali della Fondazione Bideri ci ricordano che amava cantare evergreen come ‘O sole mio e Torna a Surriento. Così come Core ‘ngrato, Maria Marì e Tu ca nun chiagne. Ci ricordano pure che, su tutte, amava due canzoni ormai dimenticate: Mamma mia che vò sapè e la struggente Pecchè?
Il talento del Caruso compositore di canzoni napoletane viene alla luce, invece, grazie agli spartiti di quattro brani. Si tratta di rielaborazioni del prof. Ottaiano del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento. Grazie al suo lavoro, i visitatori potranno scoprire Canzona a dispietto, finora sconosciuta ai più. E poi Fenesta abbandunata, No! Nun di’ ca so’ stato i’! e Tiempo antico.. Di quest’ultima sarà possibile ascoltare via smartphone un nuovo arrangiamento in cui la voce di Caruso rivive nell’accompagnamento strumentale degli allievi del Conservatorio di Benevento.
NapoliCaruso è tutto questo: una mostra per celebrare un interprete straordinario e canzoni sottratte all’oblio. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito casabideri.it