La storia delle canzoni napoletane celebri è ricca di risvolti curiosi, spesso sorprendenti. Prendendo in esame i loro titoli, per dire, si fanno scoperte che non si immaginerebbero. Per esempio, pochi sanno che alcuni classici, noti in tutto il mondo, hanno lo stesso titolo di brani, praticamente sconosciuti. Non si tratta di tentativi di copia, ma di semplici coincidenze: quando Internet non esisteva, poteva capitare… Ecco cinque insospettabili “doppioni” di canzoni napoletane famose.
I DUE ‘O SURDATO ‘NNAMMURATO
Una delle canzoni napoletane celebri è, senza dubbio, ‘O surdato ‘nnammurato. Aniello Califano ed Enrico Cannio la composero nel 1915, all’inizio della Grande Guerra. In realtà, una canzone con lo stesso titolo era già stata pubblicata sette anni prima nella Piedigrotta Bideri 1908. Armando Fragna ne aveva scritto parole e musica, raccontando anch’egli di un soldato innamorato. Che non soffriva la lontananza, ma i tormenti della gelosia.
UNA REGINELLA PER DI GIACOMO E BOVIO
Alzi la mano chi non conosce Reginella, il capolavoro di Libero Bovio. Alzi la mano, poi, chi conosce la canzone con lo stesso titolo scritta da Salvatore Di Giacomo. Proprio così: anche don Salvatore ha una Reginella nel suo repertorio. La compose quasi vent’anni prima di Bovio, nel 1886. Magistrale l’incipit della seconda strofa: “Fenesta piccerella piccerella. Ne tengo una pur io dint’a lu core; da llà s’affaccia a ghiuorno Reginella, da ccà na passiona a tutte ll’ore.”
ANEMA E CORE, PRIMA E DOPO LA II GUERRA MONDIALE
C’è anche Anema e core nell’elenco delle canzoni napoletane celebri con titolo replicato. Quella che ha fatto il giro del mondo fu composta nel 1950 da Tito Manlio e Salve D’Esposito. Quella ignota ai più porta la firma di Pacifico Vento ed Emanuele Nutile e fu pubblicata nel 1933. Racconta di due ventenni che si godono una giornata estiva in riva al mare. Più che una canzone d’amore, è un inno alla gioventù. A proposito di Anema e core, poi, da ricordare quella di Pino Daniele, mix di napoletano, italiano e inglese.
CERASELLA SI FA IN TRE
Il caso di Cerasella è un po’ particolare: ne esistono addirittura tre! La prima è quella di Aniello Califano e Pasquale Fonzo: risale al 1895 e racconta di una ragazza poco propensa al matrimonio.
La più famosa è quella del 1959 e racconta di una ragazza che “regala” schiaffoni al pretendente di turno. Tra le due c’è quella di Libero Bovio del 1933, che racconta di una ragazza semplice che diventa ricca. E un po’ superba. In pratica, è la storia di un amore giovanile finito nel nulla ed è una storia rigorosamente in italiano.
‘O RUSSO E ‘A ROSSA, SEMPRE CON LA TOSSE
“‘O russo, quanno vede ‘a rossa, lle vene ‘a tosse. ‘A rossa, quanno vede ‘o russo, lle vene ‘a mossa”. A questi versi si associa inevitabilmente il faccione di Renato Carosone, che la rese popolarissima nel 1956. Vent’anni prima anche Raffaele Chiurazzi cantò di due innamorati dalla chioma rossa. Scrisse anche lui una canzone intitolata ‘O russo e ‘a rossa, dando, però, un nome ai due giovani amanti. Si chiamavano Pascaleniello e ‘Ngiulinella e, curiosamente, anche loro amoreggiavano a colpi di tosse.
ALTRI DOPPIONI DI CANZONI NAPOLETANE CELEBRI
Il filone dei doppioni di canzoni napoletane celebri è tutto da esplorare e non si limita ai casi citati qui. Si tratta di spulciare vecchi cataloghi, andando molto indietro nel tempo. E scoprendo due Serenata napulitana, due Napule, due Frida, due Ll’appuntamento e via duplicando. Un esercizio nella memoria della musica napoletana, che magari fa riscoprire qualche canzone sconosciuta bella quanto quella famosa con lo stesso titolo.