Un archivio digitale dedicato alla canzone napoletana di inizio ‘800 nel cuore di Palazzo Reale. In pratica, l’occasione giusta per scoprire le origini della musica partenopea d’autore e, contemporaneamente, visitare una reggia di grande bellezza. Si tratta di un’iniziativa per appassionati, studiosi e turisti promossa dalla Biblioteca Nazionale di Napoli e ospitata nella Sala Leopardi. Raffaele Di Mauro ne ha curato l’aspetto scientifico, delineando un preciso percorso di storia e canzoni. Un affascinante viaggio nel tempo, da fare leggendo e ascoltando.
L’ARCHIVIO DIGITALE DELLE CANZONI NAPOLETANE ANTICHE
Il nome del progetto è “Archivio documentale sugli albori della canzone napoletana”, un titolo che ne rivela subito il senso. Infatti, le canzoni che si possono ascoltare (e studiare) sono esclusivamente quelle composte tra il 1824 e il 1879. Niente ‘O sole mio o Maria Marì, quindi, ma un consistente nucleo di brani ancora poco noti. Quelli che, però, prepararono il terreno alla cosiddetta “epoca d’oro”, iniziata nel 1880 con la pubblicazione di Funiculì funiculà.
L’ archivio digitale propone innanzitutto le composizioni pubblicate nei Passatempi musicali di Guglielmo Cottrau. La cui raccolta completa è conservata nella sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale e rappresenta l’origine della canzone napoletana. Per essere precisi, segna la nascita della canzone napoletana “d’autore”. Vale a dire, brani con paternità certa e con versi e note “fissati” su carta stampata, cioè facilmente distribuibili. Oltre alle canzoni di Cottrau, sono poi presenti trascrizioni di altri musicisti, ad esempio Francesco Florimo e Luigi Biscardi.
IL PERCORSO DI CONSULTAZIONE
Come è possibile consultare questo neonato archivio digitale della canzone napoletana? Utilizzando cuffie wireless e computer touch screen. I visitatori, infatti, hanno a disposizione postazioni multimediali dove ascoltare i brani e leggere approfondite schede informative. La schermata di consultazione è divisa in quattro sezioni. Le prime tre contengono notizie storiche relative ai periodi 1824/1839, 1840/1855 e, infine,1856/1879. Invece, la quarta si intitola “Matrici e forme” e analizza aspetti prettamente musicali.
Navigare tra le diverse sezioni dell’archivio digitale significa conoscere canzoni napoletane sorprendenti. Naturalmente, non mancano le più note dell’epoca, come Te voglio bene assaje e Santa Lucia. Sono, però, in compagnia di brani che meritano più di un ascolto. Mariuccia, ‘U mare che ba e la curiosa L’arrivo de lu dittatore a Napule sono alcuni dei titoli da riscoprire.
Insomma, l’archivio digitale della Sala Leopardi mette a fuoco tutto ciò che all’origine della straordinaria diffusione mondiale della canzone napoletana. È un lavoro di grande spessore, che ora però vuole visitatori e studiosi. In altri termini, dopo le ricerche ora ci sarebbe bisogno di un po’ di marketing.
1 Commento. Nuovo commento
Ho ascoltata una canzone che diceva Ieri vurria affitta’ na casa a Ischia. Gradirei conoscere titolo, interprete, anno e dove e’ possibile scaricarla. Grazie seguo tutti i giorni.