Esiste un legame tra Pablo Picasso e le canzoni napoletane? Sì, c’è una affascinante suggestione, corroborata peraltro da un dato storico, che conferma questo legame. Ad esplorarlo è una mostra della Fondazione Bideri allestita a Praiano nella seicentesca cappella dell’ex Congrega del Rosario.
PICASSO E LE CANZONI NAPOLETANE, UNA MOSTRA SUGGESTIVA
Intitolata PicassoNapoli, l’esposizione ripercorre il soggiorno napoletano del grande pittore nella primavera del 1917, focalizzando l’attenzione sul suo incontro con la musica partenopea. La mostra muove, infatti, da una cartolina inviata a Cocteau il 21 aprile di quell’anno nella quale il pittore scrive: “Mio caro Jean, ti scriviamo dal ristorante dove abbiamo pranzato con i consoli russi. Siamo felici e cantiamo canzoni napoletane”.
Quali canzoni abbia cantato (e ascoltato) Picasso è lo spunto narrativo per ricostruire il paesaggio sonoro nel quale si trovò immerso durante quel pranzo ma anche durante le sue numerose escursioni in città.
Spartiti, copielle e rari manoscritti dell’archivio Bideri definiscono innanzitutto il panorama delle canzoni napoletane che ebbero maggiore successo negli anni ’10, alcune delle quali, verosimilmente, furono ascoltate da Picasso. È il caso di brani che nel tempo sono diventati dei classici come Core ‘ngrato, Comme se canta a Napule o Guapparia ma anche di canzoni come Quanno tramonta ‘o sole, Io ‘na chitarra e ‘a luna o ‘A serenata ‘e Pulicenella, che oggi meriterebbero di essere rivalutate.
LE CANZONI NAPOLETANE DI GUERRA
PicassoNapoli dedica però ampio spazio anche alle canzoni napoletane dedicate alla guerra, che segnarono la produzione musicale dell’epoca. Si tratta di un repertorio consistente e variegato nel trattamento del tema: lo testimoniano la malinconia dei versi di Sentinella, proposti nella stesura autografa originale di Roberto Bracco, il patriottismo oleografico di Serenata a ll’Imperatore di E.A. Mario e quello di sapore maschilista di Nu reggimento ‘e femmene, scritta da Aniello Califano.
Naturalmente, non manca lo spartito di ‘O surdato ‘nnammurato, composta nel 1915 dallo stesso Califano, affiancato allo spartito di una canzone di Luigi Fragna che curiosamente ha lo stesso titolo. Per il resto, PicassoNapoli racconta il volto della Napoli di cui Picasso fu curioso esploratore e le influenze delle tradizioni popolari partenopee rintracciabili in alcune sue opere, su tutte le scenografie e icostumi realizzate per i balletti Parade e Pulcinella.
PicassoNapoli, infine,ricorda anche le visite di Picasso a Pompei e la sua vacanza in costiera amalfitana, facendo letteralmente vedere come apparvero Positano e Praiano ai suoi occhi. La mostra è visitabile fino al 31 dicembre con ingresso gratuito.