Marilyn Monroe ospite d’onore al Festival di Napoli? Sì, sarebbe potuto accadere nel 1958, se solo gli organizzatori lo avessero voluto. In occasione della sesta edizione della manifestazione la star americana aveva dato la sua disponibilità a partecipare. E con lei ci sarebbero potuti essere anche Harry Belafonte e Perry Como. Si tratta di una storia poco nota che vanta, però, una fonte più che attendibile: Domenico Rea. Fu, infatti, proprio lui a rivelarla in un articolo pubblicato il 12 giugno dello stesso anno dal Corriere di Informazione, nel giorno di inizio della gara.
MARILYN MONROE OSPITE DEL FESTIVAL DI NAPOLI
Come raccontato dallo scrittore e giornalista, la vicenda prese il via dall’interesse di una casa discografica americana per la kermesse. L’idea che motivava tanta attenzione era quella di rilanciare le canzoni del festival presso la comunità italiana d’oltreoceano. Per fare ciò si era pensato di far reinterpretare i brani proposti a cantanti affermati negli States. Da qui l’intenzione far “riepilogare” ad Harry Belafonte e Perry Como quanto eseguito da Aurelio Fierro, Sergio Bruni & co. Insomma, qualcosa di molto simile a ciò che si vide anni dopo al Festival di Sanremo (e che quest’anno potrebbe rivedersi).
I discografici americani erano certi del successo dell’operazione e, per questo, avviarono dei contatti con gli organizzatori napoletani. La trattativa, però, si rivelò più complicata del previsto finendo presto su un binario morto. Fu a quel punto che gli statunitensi tirarono fuori la proposta che, secondo loro, avrebbe sbloccato la situazione di stallo. Prospettarono ai promoter partenopei anche la partecipazione di Marilyn Monroe: la “bionda atomica” era stata contattata e aveva detto sì.
IL RIFIUTO DEGLI ORGANIZZATORI, CLAMOROSO MA MOTIVATO
Gli organizzatori del Festival di Napoli rimasero insensibili alla clamorosa offerta e confermarono il loro rifiuto, anche per Marilyn Monroe. Una risposta folle e presuntuosa? Sì, ma fino ad un certo punto. Fu lo stesso Domenico Rea a spiegare le motivazioni dell’incredibile diniego. Gli organizzatori si preoccuparono di salvaguardare la filiera economica, locale e nazionale, che manteneva in piedi la manifestazione.
Harry Belafonte e Perry Como avrebbero catalizzato l’attenzione del pubblico a danno degli interpreti napoletani. Da un punto di vista discografico, ciò avrebbe significato vendere molti meno dischi di etichette italiane. Insomma, il rifiuto aveva una natura protezionistica e mirava a tutelare la produzione made in Italy. Fu una scelta oculata? La presenza di Marilyn Monroe avrebbe potuto contribuire al successo internazionale del Festival di Napoli? Non lo sapremo mai, quello che sappiamo, invece, è che quell’edizione fu vinta da Aurelio Fierro e Nunzio Gallo con Vurria. Al secondo posto Maria Paris e Nicla Bruno con Tuppe tuppe mariscià.