Qual è il rapporto tra le canzoni napoletane e il Brasile? Lucio Dalla era convinto che brasiliani e partenopei trovassero nel canto (del sentimento) l’espressione più alta della loro identità. Una tesi più che valida che, però, non risolve la questione. Proprio l’esistenza di una musica nativa così radicata e rappresentativa potrebbe fungere da argine. Logico, dunque, chiedersi se le canzoni napoletane hanno raggiunto anche in Brasile la stessa popolarità trovata altrove. Beh, scavando tra vinili e file digitali, si trovano curiosità sorprendenti. Che non rivelano una diffusione travolgente, ma un forte interesse sì.
L’ANEMA E CORE DI VINICIUS DE MORAES
La più limpida, e famosa, testimonianza di questo interesse arriva da Vinicius de Moraes, uno dei padri della musica brasiliana. È contenuta nell’album La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria, disco di Ornella Vanoni pubblicato nel 1976. Una delle 13 canzoni in scaletta è Anema e core, presentata come “un samba di Napoli”. La voce è della Vanoni e la chitarra è suonata da Toquinho, ma l’arrangiamento rimanda direttamente a Vinicius De Moraes.
TOQUINHO, TRA LE CANZONI NAPOLETANE E IL BRASILE
La conferma che Anema e core non rappresentasse un episodio isolato è arrivata negli anni ’90 proprio da Toquinho. Il chitarrista cantante ha inciso una versione strumentale del brano e anche una reinterpretazione, stavolta cantata, di Comme facette mammeta. Entrambi i brani fanno parte della colonna sonora di “Terra nostra”, telenovela che ha spopolato in Brasile e in Italia. In questa colonna sonora sono presenti altre canzoni napoletane in salsa carioca, come ‘O surdato nnammurato cantata da Netinho. Tornando a Toquinho, va segnalata anche la sua versione in lingua brasiliana di Tutta n’ata storia di Pino Daniele.
LA LUNA ROSSA DI CAETANO VELOSO
Un’altra testimonianza molto significativa del rapporto tra le canzoni napoletane e il Brasile ha la voce di Caetano Veloso. Ad uno dei più autorevoli cantautori brasiliani contemporanei si deve una raffinata interpretazione di Luna rossa. Su You Tube è possibile apprezzarne una versione che colpisce per l’equilibrato mix tra melodia partenopea e sonorità brasiliane.
È tratta da un live del 1997, due anni prima Caetano Veloso l’aveva eseguita a piazza Plebiscito. Ad invitarlo era stato Lucio Dalla, a conferma della sua convinzione sul parallelismo musicale tra brasiliani e napoletani.
LA SCUGNIZZA ZIZI POSSI
Se Caetano Veloso si è limitato alla rilettura di Luna Rossa, Zizi Possi ha dedicato grande attenzione alle canzoni napoletane. Negli album Per amore (1997), Passione (1998) e Puro prazer (2006) compaiono diverse reinterpretazioni di classici partenopei. Innanzitutto, Anema e core con Chico Buarque ma poi anche Passione; Malafemmena; Core ‘ngrato, Torna a Surriento. Senza dimenticare Io, mammeta e tu, Chella là, Cu mme, Lacreme napulitane, Torero, Dicitencello vuje, Tu si ‘na cosa grande. Un’autentica passione, appunto. Sicuramente dovuta anche alla mamma, una napoletana doc.
GLI ANNI CINQUANTA
Altre tracce del rapporto tra le canzoni napoletane e il Brasile si trovano nella discografia degli anni Cinquanta. È del 1959, ad esempio, la pubblicazione dell’album Convite para ouvir Maysa n. 4 che contiene un’apprezzabile versione jazzy di Malatia. A proporla è Maysa Matarazzo, cantante e attrice brasiliana che raggiunse un buon livello di notorietà. Ragionamento analogo va fatto per Osny Silva, anche lui con una certa popolarità, che nel 1953 interpretò Core ‘ngrato. La sua versione del classico di Cardillo e Cordiferro si fa ricordare per il testo in brasiliano di Ariowaldo Pires. Va segnalato che, nello stesso decennio, furono pubblicati in Brasile due spartiti di canzoni napoletane. Nel 1951 quello di ‘O ciucciariello e nel 1954 quello di Scapricciatiello, diventata Paixᾶo nella traduzione di Julio Nagib. All’epoca si vendevano ancora pochi 45 giri: lo stampa dello spartito era il primo segnale del successo di una canzone.
GIOVANNI RUBINATO IN ARTE ADONIRAN BARBOSA
È a Rio de Janeiro e, soprattutto, a São Paulo che le canzoni napoletane hanno trovato una maggiore popolarità. La massiccia presenza di immigrati italiani spiega facilmente questa diffusione. In particolare, nella città paulista molto si deve a Adoniran Barbosa, nome d’arte di Giovanni Rubinato. Barbosa è una figura centrale della musica brasiliana, ma la sua carriera iniziò dando una nuova veste ritmica e linguistica a brani del repertorio italiano e napoletano. Con il suo portoghese maccheronico tradusse anche Dicitincello vuje, molto suonata dalla radio brasiliana già nei primi decenni del Novecento.
UN’INTERESSANTE SEGNALAZIONE DI GINO AVETA
Gino Aveta è un apprezzato autore Rai, ma anche un cultore di musica brasiliana e canzone napoletana. Ecco una sua interessante segnalazione. “Ci sono altre belle interpretazioni di canzoni napoletane in brasiliano lusofono. Sarebbero: Statte vicino a mme cantata da Lea Costa e Gianni Lamagna, Nuttata e sentimento cantata da Lea Costa. Nun è peccato cantata da Patrizia del Vasco. Eu so que voce amar (Io so che ti amerò) con introduzione A vucchella cantata da Patrizia Del Vasco e Nunzio Gallo.”
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Buongiorno, nel complimentarmi per l’ottinmo lavoro che state svolgendo vi volevo informare che ci sono altre versioni brasiliane di canzoni napoletane che hanno avuto un buon successo in brasile e in Italia. Statte vicino a mme e Nuttata e sentimento cantata da Lea Costa, Nun è peccato e Me so mbriacato e sole cantate da Patrizia del Vasco. Grazie
Buongiorno volevo aggiungere a queste note che ci sono altre belle interpretazioni di canzoni napoletane in brasiliano lusofono e sarebbero : Statte vicino a mme cantata da Lea costa e Gianni Lamagna, Nuttata e sentimento cantata da Lea Costa, Nun è peccato cantata da Patrizia del Vasco, Eu so que voce amar ( io so che ti amerò) con introduzione A vucchella cantata da Patrizia Del Vasco e Nunzio Gallo (A Vucchella). Grazie
Vorrei segnalare anche questa versione di “E po’ che fa” di Pino Daniele, interpretata da Marisa Monti in brasiliano: “E voce”
https://youtu.be/Qi07O6mFF_Y