Musica napoletana

La primavera eclettica della musica napoletana

I grandi classici rivestiti di suggestioni andaluse, Renato Carosone remixato in chiave swing house, Chico Buarque tradotto in napoletano e Pino Daniele che incontra Eduardo De Crescenzo: la primavera discografica della musica napoletana è nel segno della contaminazione.

Sono almeno quattro, infatti, gli album di recente pubblicazione che hanno eletto la canzone napoletana a territorio ideale per (riuscite) ibridazioni musicali. Album che vi consigliamo e di cui potete ascoltare degli estratti in onda su Radio Napoli.

FLAMENCO NAPULEÑO, QUANDO INDIFFERENTEMENTE DIVENTA UNA FARRUCA

Flamenco Napuleño è il primo cd dell’omonimo duo chitarristico composto da Gabriel D’Ario e Dario Di Pietro. Due virtuosissimi musicisti partenopei, nati nei giorni di Maradona, che hanno trasferito a dieci canzoni napoletane senza tempo le variegate forme musicali del flamenco. Ecco, quindi, Indifferentemente diventare una farruca e la Rumba degli scugnizzi trasformata in un tango. E, poi, Chi tene ‘o mare suonata come una buleria, Guapparia come una sevillana e Cu ‘mme come una rumba. Insomma, un album strumentale dall’irresistibile sapore andaluso, ma con un’anima profonda. Quella inconfondibile della musica napoletana.

I FILE DELLA MUSICA NAPOLETANA DEI SOUTH DESIGNERS

Scrivi South Designers, ma leggi Antonio Fresa e Fabrizio Fiore. Il primo pianista e arrangiatore, il secondo dj e produttore. Entrambi con il sogno nel cassetto di modernizzare il migliore canzoniere partenopeo. Nasce così l’album Napoli Files, un caleidoscopio musicale dove le voci originali di Sergio Bruni, Roberto Murolo e Renato Carosone (ma anche di Nilla Pizzi, Tito Schipa jr e Jula De Palma) si rifrangono in sonorità che richiamano alla mente i Gotan Project, Moby e la disco in salsa funky. Un album da ascoltare più di una volta. Come l’inedito che lo chiude: Tutte ‘e juorne, cantato da Pietra Montecorvino con la partecipazione di Cristina Donadio.

‘O CORE DI MARIA PIA DE VITA È CORAÇAO

Il nuovo album di Maria Pia De Vito è figlio di due passioni. Quella, nativa, per la musica napoletana, e quella, acquisita, per la musica brasiliana. Il cd Core/Coraçao” nasce dopo un lungo lavoro che ha visto la jazzista vesuviana tradurre in napoletano ben tredici canzoni dei suoi autori brasiliani preferiti. Parliamo di artisti come Antonio Carlos Jobim, Vinicius De Moraes, Guinga. E di Chico Buarque, che nell’album è presente in due brani, Todo sentimento ed O Meu Guri. Non era facile conservare poetica e musicalità dei testi originali, ma l’operazione è riuscita. Lo dimostra Ll’acqua e ‘o vino, brano di Egberto Gismonti magistralmente fuso con Voce ‘e notte.

L’ALMA PARTENOPEA DI GIANNI GUARRACINO E LEO D’ANGELO

Mettere insieme canzoni di Pino Daniele ed Eduardo De Crescenzo eseguendole solo con la chitarra e voce, come se fossero dei classici. Le note di presentazione rendono bene l’idea alla base di Alma Partenopea, l’album/progetto firmato da Gianni Guarracino e Leo D’Angelo.

Poco lo spazio per dire delle esperienze internazionali di D’Angelo. Ancora meno quello per sintetizzare l’impressionante curriculum da chitarrista e compositore di Guarracino. È meglio utilizzarlo per dire delle originali reinterpretazioni di E la musica va, Chillo è nu buono guaglione. Il racconto della sera, Terra mia, Quando. Insieme a quelle di Malafemmena, ‘O sole mio e Fenesta vascia. Divagazioni sul tema per evidenziare che si tratta di classici tra classici.

 

Radio Napoli

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