La storia di Malafemmena ha inizio a Formia sul finire dell’estate 1951. Il Principe della Risata si trovava lì per girare il film Totò terzo uomo. Un’aneddotica orami consolidata vuole che i celeberrimi versi nacquero di getto, mentre il grande attore prendeva un caffè. Un’ispirazione subitanea che lo indusse a tenerne traccia immediata su un pacchetto di sigarette. Come d’abitudine, Totò chiese al suo autista Salvatore Cafiero cosa ne pensasse. “Me pare ‘na lagna” fu la risposta. Una critica sincera che però fu subito smentita dal pubblico.

LA STORIA DI MALAFEMMENA

Aneddotica a parte, la storia di Malafemmena è segnata da un avvenimento certo: il clamoroso successo alla Piedigrotta 1951. La canzone, infatti, riscosse l’unanime consenso del pubblico presente al teatro Augusteo, dove la presentò Mario Abbate. Un apprezzamento che andò ben oltre la platea della sala via Roma, come testimonia l’elenco dei cantanti che la incisero quello stesso anno.

Una lista che va da Claudio Villa a Renato Carosone e Giacomo Rondinella, passando per Roberto Murolo e Sergio Bruni. La incise anche la grande Gilda Mignonette, e per lei fu l’ultima registrazione. È impresa ardua tenere, poi, il conto degli altri interpreti, quelli che si sono succeduti fino ai giorni nostri. Da ricordare le pregevoli versioni di Franco Califano e Fausto Leali, quest’ultima in hit parade per ben dieci settimane. Da citare anche la versione di James Senese, impreziosita da un assolo di sax dal sapore blues.

Storia
I versi autografi di Malafemmena (per gentile concessione della Fondazione Bideri)

CHI ERA LA MALA FEMMINA

Chi era la malafemmena che fece piangere lacrime di infamità a Totò? Silvana Pampanini fu la prima a candidarsi per questo ruolo, e per anni questo si è creduto. In realtà, la storia è un’altra, come scritto anche nel libro Il principe poeta dalla nipote Elena De Curtis.

Con la Pampanini, Totò aveva avuto solo un flirt: la vera malafemmena era la moglie Diana Rogliani. Una donna bellissima che l’aveva appena lasciato dopo una tormentata relazione di vent’anni. Due decenni d’amore finiti in tradimenti e sospetti. A confermare questa tesi c’è una copia dei versi depositata presso la S.I.A.E. Riportano una dedica che non lascia adito a dubbi: “A Diana, la mia Minuzzina”.

MALFEMMENA A TEATRO E AL CINEMA

Nella storia di Malafemmena c’è un episodio curioso legato alla sua trasposizione in forma di sceneggiata. Totò aveva promesso di assistere alla prima ma si addormentò. La rivolta di chi aveva messo in piedi l’operazione fu così veemente da farlo precipitare al teatro Italia. dove appunto doveva essere rappresentata. Quell’adattamento teatrale, comunque, non ebbe seguito.

Diverso invece il destino cinematografico della canzone, con ben due film ad essa ispirati. Il primo fu Totò, Peppino e la malafemmena, uscito nel 1956 e considerato un must della filmografia italiana. Il secondo fu Malafemmena, per la regia di Armando Fizzarotti e con Maria Fiore e Nunzio Gallo. Andò in programmazione nel 1957 ed oggi è finito, praticamente, nel dimenticatoio

TESTO DI MALAFEMMENA

Si avisse fatto a n’ato
chello ch’hê fatto a me,
st’ommo t’avesse acciso
e vuó’ sapé pecché?
Pecché ‘ncopp’a ‘sta terra,
femmene comm’a te,
nun ce hann’ ‘a stá pe’ n’ommo
onesto comm’a me.

Femmena,
tu si’ na malafemmena,
a st’uocchie hê fatto chiagnere,
lacreme ‘e ‘nfamitá.

Femmena,
tu si’ peggio ‘e na vipera,
mm’hê ‘ntussecato ll’ánema,
nun pòzzo cchiù campá.

Femmena,
si’ doce comm’ ‘o zzuccaro,
peró ‘sta faccia d’angelo,
te serve pe’ ‘nganná.

Femmena,
tu si’ ‘a cchiù bella femmena,
te voglio bene e t’odio,
nun te pòzzo scurdá.

Te voglio ancora bene,
ma tu nun saje pecché.
Pecché ll’unico ammore
si’ stato tu pe’ me.
E tu, pe’ nu capriccio,
tutto hê distrutto oje né’.
Ma Dio nun t’ ‘o pperdona
chello ch’hê fatto a me.

Femmena,
tu si’ na malafemmena,
a st’uocchie hê fatto chiagnere,
lacreme ‘e ‘nfamitá.

1 Commento. Nuovo commento

  • Avete menzionati molti cantanti che hanno interpretato questa canzone ma avete dimenticato forse il più importante, Giacomo Rondinella.

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