Totò, il principe poeta

Totò, il principe poeta

Totò, il principe poeta: un titolo che dice tutto. Lo ha scelto la nipote Elena per un libro che mette insieme  le sue poesie e canzoni. Pubblicato da Colonnese e curato anche da Virginia Falconetti, può considerarsi una raccolta definitiva. Quella che tutti i napoletani (e non solo loro) dovrebbero sempre avere a portata di mano.

Le 72 poesie sono state raggruppate in 5 capitoli tematici: Napoli, Le donne, L’amore, Gli animali e Uomini e caporali. Le 49 canzoni, invece, costituiscono la seconda parte dell’opera.

Ottima l’idea del glossario finale, piccolo vocabolario che rivela la raffinatezza e la cura con cui Totò sceglieva le parole. Altrettanto valida è stata la scelta di inserire dei QR Code per ascoltare la voce del Principe. Non mancano, poi, schede di approfondimento, foto poco note e illustrazioni. Insomma, lo ripetiamo, Totò, il principe poeta è un libro che bisogna assolutamente avere a portata di mano. Oltretutto costa solo € 18.00

TOTÒ, IL PRINCIPE POETA NELLE PAROLE DELLA NIPOTE

La nipote Elena Anticoli de Curtis scrive del nonno come di un uomo riservato e sensibile. “Pensieroso, malinconico e romantico. Umile e sempre attento al prossimo. Un uomo, insomma, dall’animo nobile.” E aggiunge che ha provato a ripercorrere l’esistenza dell’uomo Antonio de Curtis. Andando oltre Malafemmena e ‘A livella e rifacendosi ai ricordi della madre Liliana e della nonna Diana .

Un viaggio nei suoi scritti originali per ricordare che la maschera comica celava una personalità ricca di sfumature. “Un uomo che ha amato profondamente la natura, gli animali, le donne, i luoghi dove ha vissuto, la sua gente. E che ha osservato l’umanità con occhi curiosi, amareggiato dall’ingiustizia che spesso governa le cose del mondo e degli uomini”.

Elena ricorda anche che Totò non scriveva i suoi versi di giorno. Lo considerava volgare e rumoroso. “Amava la notte per il silenzio, che l’aiutava a pensare. E ascoltava la radio, leggeva o si registrava col suo magnetofono Geloso”. Cos’altro aggiungere?

UNA FELICE DEFINIZIONE DI VINCENZO MOLLICA

L’introduzione di Totò, il principe poeta è arricchita da uno scritto di Vincenzo Mollica. “Per Totò la parola era teatro, cinema, poesia, canzone, vita. Tutte le sue espressioni artistiche e tutti i suoi sentimenti erano tessuti con le parole. La sua genialità si esprimeva principalmente sotto questo segno.”

Il critico prosegue, poi, trovando la felice definizione di orchestratore di parole. Ne spiega con efficacia il perché. “Perché sapeva esaltarne il senso e la musicalità. Una musicalità che poteva diventare addirittura sinfonica, quando recitava. Oppure leggera come una canzone, quando si specchiava nei suoi pensieri e nella sua intimità”

IL CONTRIBUTO DI VIRGINIA FALCONETTI

L’introduzione di Totò, il principe poeta si completa con un testo di Virginia Falconetti, coautrice del libro. Le sue parole sono così efficaci che vanno riportate integralmente. “Nel tempo in cui tutti hanno un’opinione e nessuno vuole ascoltare, un libro di poesie mi sembrava anacronistico.” Ed ancora.

“Nel tempo in cui nasi e bocche sono tutti uguali, il racconto del mento storto più famoso d’Italia mi sembrava in controtempo. La vita del sovvertitore delle ingiuste regole dei potenti a danno degli uomini, mi sembrava proprio esatta del resto. Le parole di Antonio de Curtis seguono il file rouge del disobbediente. Che non accetta mai di omologarsi al solipsismo degli uomini ed alla malacreanza”. Proprio così.

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