Chattanooga

Singing Carosone, il ritorno dei Chattanooga con Gianni Nazzaro

Il titolo fa capire molto, ma non la notizia che c’è dietro: il ritorno dei Chattanooga e di Gianni Nazzaro. Già, perché Singing Carosone è molto di più di un semplice, e ben fatto, tributo a mister Pianofortissimo. È un album appena pubblicato dalla Tobacco records che azzera una lunga assenza discografica. Quella della vocal band lanciata da Renzo Arbore negli anni ’80 e quello dello scugnizzo che debuttò nel lontano 1965.

CHATTANOOGA E GIANNI NAZZARO, AMALGAMA PERFETTA

Procedendo con ordine, va detto che Singing Carosone è un album dei Chattanooga con Gianni Nazzaro nei panni dello special guest. Una precisazione doverosa ma anche un plauso all’ottimo lavoro di produzione artistica. Tu vuò fa’ l’americano, Maruzzella e ‘O sarracino, i tre brani a 5 voci, rivelano un livello di affiatamento notevole. Quasi non sembra che Chattanooga e Gianni Nazzaro provengano da esperienze musicali così differenti per generi e per epoca.

SINGING CAROSONE E NON SOLO

Come giusto che sia, Singing Carosone si regge su quello stile vocalese che è il marchio di fabbrica dei Chattanooga. Gli arrangiamenti richiamano atmosfere jazz manouche e la lezione doo wop di grandi gruppi vocali americani come i Mills Brothers. Un contesto in cui viene calata con abilità e naturalezza la napoletanità dei brani di Nisa e Carosone. Ecco come nascono le reinterpretazioni di ‘O russo e ‘a rossa e de La pansè, uno dei migliori episodi dell’album.

I chiari riferimenti musicali dei Chattanooga non facciano, però, pensare ad un disco monocorde. Tutt’altro. Ci sono diverse, ma coerenti, divagazioni sul tema. Per esempio, gli echi country folk che fanno di Giuvanne cu ‘a chitarra una rilettura molto originale. Per esempio, le atmosfere brasiliane che caratterizzano Badù Badù, brano che meriterebbe una maggiore notorietà. Stesso discorso per l’idea di andare oltre il repertorio carosoniano, come nel caso di ‘A città ‘e Pulecenella.

Una menziona speciale, infine va a Scalinatella, che non a caso chiude l’album. Nell’arrangiamento non ci sono strumenti né tracce di Renato Carosone. Gli eleganti intrecci vocali rimandano molto più indietro nei secoli. Sembra quasi di tornare ai tempi di Gesualdo da Venosa.
Insomma, di motivi per sentire Singing Carosone ce ne sono più di uno. Sedici, a voler essere precisi.

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  • Sono ezio mazzola, uno dei componenti del gruppo chattanooga… Forse a chi legge farà piacere sapere alcuni aneddoti su questo CD. Noi abbiamo avuto la fortuna e l’onore, direi, di partecipare all’ultimo tour del grande Renato Carosone, nel 1996,poco prima che scomparisse … è stata una esperienza indimenticabile ed emozionante, nella quale abbiamo imparato tantissimo. E quindi abbiamo deciso di omaggiare il maestro con questo album e un bellissimo concerto. In entrambi non cantiamo solo le sue canzoni, ma anche alcuni brani che in un modo o nell’altro riguardano la sua storia e la sua interazione con noi. Ad esempio, Scalinatella, ultimo brano dell’album, eseguito a cappella, nacque da una sua confidenza. Eravamo in un day-off del tour e sorseggiando un caffè ci raccontò che quella canzone lo legava, sin dalla gioventù, a Lita, la sua inseparabile moglie. Tornati in camera provammo ad arrangiare la canzone senza strumenti e nel pomeriggio, al sound check, gliela facemmo ascoltare… il Maestro: “aspetta fammi sentire come fai tu… tu invece metti questa altra nota…. questa parte fatela più forte… ecco così va bene… stasera ‘a facimm’! “ e fu così che , da lì in poi,ci presentava nei suoi concerti e cantavamo Scalinatella con un rarefatto accompagnamento al piano di un “giovane talento”Renato Carosone in persona! 😊😠

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  • Sono ezio mazzola, uno dei componenti del gruppo chattanooga… Forse a chi legge farà piacere sapere alcuni aneddoti su questo CD. Noi abbiamo avuto la fortuna e l’onore, direi, di partecipare all’ultimo tour del grande Renato Carosone, nel 1996,poco prima che scomparisse … è stata una esperienza indimenticabile ed emozionante, nella quale abbiamo imparato tantissimo. E quindi abbiamo deciso di omaggiare il maestro con questo album e un bellissimo concerto. In entrambi non cantiamo solo le sue canzoni, ma anche alcuni brani che in un modo o nell’altro riguardano la sua storia e la sua interazione con noi. Ad esempio, Scalinatella, ultimo brano dell’album, eseguito a cappella, nacque da una sua confidenza. Eravamo in un day-off del tour e sorseggiando un caffè ci raccontò che quella canzone lo legava, sin dalla gioventù, a Lita, la sua inseparabile moglie. Tornati in camera provammo ad arrangiare la canzone senza strumenti e nel pomeriggio, al sound check, gliela facemmo ascoltare… il Maestro: “aspetta fammi sentire come fai tu… tu invece metti questa altra nota…. questa parte fatela più forte… ecco così va bene… stasera ‘a facimm’! “ e fu così che , da lì in poi,ci presentava nei suoi concerti e cantavamo Scalinatella con un rarefatto accompagnamento al piano di un “giovane talento”Renato Carosone in persona! 😊😠

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