Santa Lucia luntana è considerata  la più bella canzone di E. A. Mario, che ne scrisse sia i versi che la musica, trovando una perfetta “corrispondenza tra la costruzione melodica e i momenti topici del testo”. Santa Lucia luntana esprime la nostalgia dell’e­migrante con accenti sinceri che sanno esprimere una sofferenza viva, ma anche una luce di speranza. I versi, già animati da una musica in­terna quasi drammatica, sono rivestiti da una suggestiva melodia che appartiene alla migliore tradizione del canto classico napoletano. Questa canzone conferma l’a­cuta sensibilità di un grande autore, che seppe cogliere i sentimenti più veri del momento della partenza dei “bastimenti” senza cadere nella retorica.

Insieme a Emigrante di Raffaele Viviani del 1918, Santa Lucia luntana rappresenta una delle prime canzoni in cui “l’esperienza del distacco dalla propria terra e dai propri affetti assume una profonda valenza sociale”, ha sottolineato il musicologo Pasquale Scialò nel primo volume della sua “Storia della canzone napoletana”.

IL LITIGIO TRA E.A. MARIO E PASQUARIELLO

Il lancio di Santa Lucia luntana avvenne nel’agosto del 1919 nel corso di un’audizione organizzata da E.A. Mario per presentare il suo nuovo repertorio. A cantarla fu proprio lui. Il motivo? Un litigio con Gennaro Pasquariello, destinato ad essere il primo esecutore.
All’epoca era prassi consolidata che il compositore di una canzone ricevesse cinque lire per adattare la tonalità del brano all’estensione di voce del cantante che la voleva intrepretare. Una sorta di rimborso spese che, in quell’occasione, Pasquariello versò ma strappando la partitura: era convinto che la sua interpretazione avrebbe portato la canzone al successo e, quindi, riteneva di non dover pagare niente.
La piccata risposta di E.A. Mario fu di dare i soldi ad un mendicante, dicendogli: “Tenete, questa è un’offerta che vi fa Gennaro Pasquariello”,  e di scegliere di essere lui stesso a presentare Santa Lucia luntana al pubblico. Dopo aver litigato, i due, che pure si stimavano , rimasero in freddo per tre anni, riavvicinandosi, poi, grazie a Canzona appassiunata e Core furastiero, che divennero due cavalli di battaglia di Pasquariello.

Santa Lucia luntana vanta un lungo elenco di interpreti: suggestive le versioni moderne di Noa, che l’ha cantata  anche con Massimo Ranieri, e di Teresa De Sio. Tra le più intense incisioni, va sicuramente ricordata quella di Giuni Russo. Nel 2021 è stata riproposta anche da Eduardo De Crescenzo.
Muglierema luntana è, invece, il titolo della versione realizzata negli States da Guglielmo Onofrio . Il brano conserva la melodia scritta da E.A. Mario e pure il tema del disagio dell’emigrante, l’elemento innovativo sta nell’inserimento di un altro tema, quello del possibile tradimento della moglie rimasta in Italia.

SANTA LUCIA LUNTANA A CINEMA E A TEATRO

Poco tempo dopo la sua pubblicazione, Santa Lucia luntana fu scelta da Oscar Di Maio come canzone-guida per la sua prima sceneggiata, portata in scena con lo stesso nome nel 1922.
Più ricco e variegato, invece, il percorso della canzone in ambito cinematografico, scandito dalla presenza nella colonna sonora dei film “Napoli che canta” (1926), “Carosello napoletano” (1953) e “L’emigrante” (1973) ma. anche e soprattutto da tre pellicole che ne richiamano il tema e ne condividono il titolo.
Del 1951 è la pellicola strappalacrime girata da Aldo Vergano mentre risale al 1921 un film muto di Gilberto Colombai in cui compare anche Elvira Donnarumma. Curiosa la storia di questo film: il fatto che fosse privo di sonoro ne penalizzò la diffusione non potendo sfruttare nè la forza della canzone nè quella dell’interpretazione della Donnarumma. La cantante eseguì il brano dal vivo in occasione della premiere, ottenendo un grande successo. Naturalmente, l’escamotage pubblicitario escogitato dai produttori non poteva essere replicato ad ogni proiezione e così il film ebbe uno scarso riscontro di pubblico.
Per motivi opposti, andò meglio dieci anni dopo, nel 1931, ad lungometraggio realizzato negli Stati Uniti dal regista Harold Godsoe. Considerato un originale esempio di film italo-americano, Santa Lucia luntana uscì nelle sale anche con i titoli Cuore d’emigrante e The Immigrant, descrivendo le vicende di un emigrato rimasto vedovo con tre figli che decide di tornare a Napoli. Soprattutto all’inizio, il film alterna scene girate a New York con lunghe panoramiche del golfo partenopeo accompagnate dalla melodia composta da E.A. Mario, questa volta perfettamente udibile.

TESTO DI SANTA LUCIA LUNTANA

Partono ‘e bastimente
pe’ terre assaje luntane.
Cántano a buordo,
só’ Napulitane.
Cantano pe’ tramente
‘o golfo già scumpare,
e ‘a luna, ‘a miez’ô mare,
nu poco ‘e Napule
lle fa vedé.

Santa Lucia,
luntano ‘a te,
quanta malincunia.
Se gira ‘o munno sano,
se va a cercà furtuna,
ma, quanno sponta ‘a luna,
luntano ‘a Napule
nun se pò stà.

E sònano, ma ‘e mmane
trèmmano ‘ncopp’ ‘e ccorde.
Quanta ricorde, ahimmé,
quanta ricorde.
E ‘o core nun ‘o sane
nemmeno cu ‘e ccanzone.
Sentenno voce e suone,
se mette a chiagnere
ca vò’ turnà.

Santa Lucia,
luntano ‘a te,
quanta malincunia.
Se gira ‘o munno sano,
se va a cercà furtuna,
ma, quanno sponta ‘a luna,
luntano ‘a Napule
nun se pò stà.

Santa Lucia, tu tiene
sulo nu poco ‘e mare,
ma, cchiù luntana staje,
cchiù bella pare.
E’ ‘o canto d’ ‘e Ssirene
ca tesse ancora ‘e rrezze.
Core nun vò’ ricchezze,
si è nato a Napule,
ce vò’ murì.

Santa Lucia,
luntano ‘a te,
quanta malincunia.
Se gira ‘o munno sano,
se va a cercà furtuna,
ma, quanno sponta ‘a luna,
luntano ‘a Napule
nun se pò stà.

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