Le canzoni napoletane di Franco Califano

Le canzoni napoletane di Franco Califano

Franco Califano non fece mai mistero del suo amore per le canzoni napoletane. Che fossero brani classici o composizioni contemporanee contava poco per lui. Contava di più che gli ricordassero le sue radici e, forse, l’adolescenza passata a Nocera Inferiore, il paese di sua mamma Jolanda. Sul loro valore artistico e storico, poi, aveva idee precise: basta vedere il docufilm Noi di settembre per averne conferma. Nella pellicola che gli ha dedicato il regista Stefano Veneruso c’è un passaggio in cui è proprio il Califfo. a parlare: “La storia della canzone romana è una storiella rispetto a quella della canzone napoletana”.

LE CANZONI NAPOLETANE DI FRANCO CALIFANO

Sono sei gli album in cui compaiono canzoni napoletane interpretate, alla sua maniera, da Franco Califano. Il primo risale al 1980 e si intitolata …tuo Califano: scorrendo la tracklist, balza subito agli occhi la presenza di Guapparia.Interpretata con una dizione perfetta, la canzone è riproposta con un arrangiamento che ne esalta la vena malinconica. Altrettanto espressive sono le versioni di Reginella e Dicitencello vuje, rispettivamente presenti in La mia libertà (1981) e in …Ma cambierà (1985).

Decisamente meno prevedibili, invece, le due canzoni napoletane che Franco Califano decise di inserire nel disco Se il teatro è pieno del 1991. In questa occasione, la scelta cadde su Spassiunatamente e Si ta’ vuò scurdà di Paolo Conte, due incisioni che hanno il sapore di un omaggio all’Avvocato di Asti. Tempo quattro anni e il Califfo tornò a confrontarsi con il repertorio partenopeo tradizionale. Risale al 1995, infatti, la pubblicazione di Giovani uomini in cui compare una notevole interpretazione di Che t’aggia dì?, brano firmato da Corrado Della Gatta ed Evemero Nardella. Malafemmena è l’ultimo grande classico a cui Franco Califano prestò la sua inconfondibile voce roca. Appare nel mini cd Vince chi vive ed è il brano in cui è chiara la sua familiarità con la musica napoletana.

NON SOLO CLASSICI

A proposito del rapporto di Franco Califano con Napoli, vanno citati altri due canzoni. La prima è Ma poi, il testo è in italiano ma porta la firma illustre e napoletanissima di Roberto Murolo. Anche la seconda è scritta in italiano, ma ha un titolo inequivocabile: Napoli. Fu presentata al Festival di Sanremo nel 1994. Il protagonista del brano si trova a Venezia ma, lontano dalla sua città natale, chiede ad un gondoliere, in un malinconico delirio, di essere accompagnato a Napoli. Quella Napoli che Franco Califano portò sempre dentro di sé.

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Detlev Lassche
    24 Aprile 2023 11:29

    Ciao,

    Underground Oldenzaal-Napoli,
    I need 2 tickets for Bono in Napoli!
    Can SomeOne help me to forfill this U2&WE? Amor Mundi Dream? Love and light my way U2 to the underground of Vertigo. Miss You Sugar. Detlev Lassche for the vertigo Hunter. .. … 14:40.

    Rispondi
  • ciriaco antonio addonizio
    17 Agosto 2023 18:15

    …..faccio i complimenti alla redazione di radio napoli…e a chi si occupa della scaletta musicale,veramente bravi nel mettere in risalto la vera musica napoletana,senza mai trascendere in brani trasc……il patrimonio musicale di napoli non ha nulla da invitiare con altre tipologie nel mondo..bravi….sempre cosi…..!!!

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