La leggenda di Torna a Surriento

La leggenda di Torna a Surriento è una delle tante che aleggiano nel mondo della canzone napoletana, ed anche  una delle più note. Tutto parte dalla visita che il presidente del Consiglio, Zanardelli fece in costiera il 15 settembre 1902. Le cronache raccontarono della convocazione d’urgenza di Giambattista ed Ernesto De Curtis affinché componessero una canzone in onore dell’ospite.

Lo scopo era quello di ingraziarsi Zanardelli per sollecitare la soddisfazione di alcune richieste, tra le altre l’apertura di un ufficio postale. Il presidente del Consiglio ascoltò, effettivamente, la canzone e l’apprezzò così tanto da chiedere il bis promettendo l’ufficio postale.

La leggenda di Torna a Surriento

La leggenda di Torna a Surriento o, meglio, un’ipotesi sulla sua nascita è stato svelata da Pietro Gargano. La ricostruzione è contenuta in un articolo apparso su Il Mattino il 15 settembre 2002, giusto cent’anni dopo la famosa visita. Vero che la canzone piacque molto a Zanardelli, falso che i De Curtis la composero per l’occasione. I versi del brano, in realtà, erano già presenti in uno spartito del 1894 pubblicato dalle Edizioni Bideri.

Quello  presentato era solo un adattamento del testo originale. Non solo, dalle dieci quartine dell’esecuzione del 1902, la canzone ufficiale ne riportò solo sei e soltanto nel 1904 il pubblico la potette conoscere. Nell’articolo, Pietro Gargano cita anche Federico De Curtis, nipote degli autori. Secondo lui, lo zio Ernesto trasse ispirazione dal canto di un usignolo per comporre le prime quattro note.

La prima di un’infinita serie di interpreti sarebbe stata Lina Iorio, un contralto. Per Zanardelli, invece, l’esecutrice del brano fu Maria Cappiello, una studentessa del Conservatorio di Napoli ignara di passare alla storia con una canzone dal testo riveduto e tagliato. Una protagonista, a sua insaputa, della leggenda di Torna a Surriento.

La leggenda di Torna a Surriento
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