Federico Fellini, Napoli e parole cariche di suggestioni che colgono il significato più intimo delle canzoni classiche napoletane. Stiamo parlando di una delle pagine più emozionanti del libro “Dizionario intimo” pubblicato dalla Piemme. Il testo porta la firma di Daniela Barbiani, nipote del grande regista, ed ha la forma di un’antologia ragionata. In pratica, è una raccolta di riflessioni, giudizi e ricordi che ci fanno conoscere Federico Fellini in una dimensione privata. Intima, appunto. Sono pensieri personali in cui Napoli è ben presente, e non solo con le sue canzoni.
FEDERICO FELLINI E LE CANZONI NAPOLETANE
A proposito di Federico Fellini e delle canzoni napoletane vale la pena riportare tutte le parole che dedica loro. Cinque righe di grande profondità, che rivelano come le conoscesse bene. “Tutte le canzoni napoletane costellano il percorso dell’esistenza umana con qualcosa tra l’ammonitorio e il presentimento. E nostalgie strazianti: bellissime canzoni che però comunicano un sentimento di malinconia canina e verrebbe voglia di ululare alla luna. Forse questo è il senso della canzone napoletana. Comunicare un monito, ricordarsi di qualcosa che il chiasso della vita e anche altre canzoni tendono a cancellare.”
Che dire? Cosa aggiungere? Federico Fellini ha individuato nelle canzoni di Napoli, le classiche innanzitutto, ciò che le ha rese universali e senza tempo. Parole che aiutano a capire perché brani come I’ te vurria vasà, ad esempio, hanno attraversato i secoli. Perché continuano ad essere eseguiti come se fossero stati scritti oggi. Insomma, le parole dirien Fellini spiegano perché le canzoni napoletane possono considerarsi degli archetipi e non degli stereotipi.
FELLINI, TOTÒ E PEPPINO DE FILIPPO
iNel Dizionario intimo di Federico Fellini, Napoli si manifesta anche in forma attoriale. D’altronde, non potevano essere così considerando ciò che il cineasta pensava dei napoletani.
Sono due gli attori di cui Fellini tesse un autentico elogio: Totò e Peppino De Filippo. Naturalmente, sono ancora una volta parole che ci consegnano una profondità di lettura unica e non convenzionale.
“Era straziante come un’anima del Purgatorio: intrappolato.” dice Federico Fellini del Principe della risata. “Non rammento altre figure da palcoscenico che abbiano saputo esprimere con altrettanto completezza il mistero della creatura umana.” E ancora: aveva “una carica sulfurea, quella dei santi e dei mistici, quella dei grandi criminali. Quella di artisti come Pasolini o come Kafka.”
Napoli, comunque, si ricollega a Federico Fellini anche con Peppino De Filippo. E queste sono parole forse sorprendenti. Sicuramente non prevedibili. “Era un attore che mi piaceva moltissimo, un buffone glorioso. Un attore comico straordinario e a mio parere molto più bravo del fratello Eduardo, più cattivo, più originale”. Più bravo di Eduardo…
In conclusione, il Dizionario intimo è un libro che merita di essere letto. Per Napoli, per le sue canzoni, i suoi attori e per capire la straordinaria sensibilità di Fellini. Come uomo prima che come regista.
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Bellissimo libro bellissimo il vostro commento Fellini aveva capito tutto