Uocchie c’arraggiunate nacque, come tante altre canzoni, in un caffè: per l’esattezza nel caffè Croce di Savoia. Il locale era ubicato poco distante dall’attuale teatro Augusteo, nei locali oggi occupati da una tavola calda, ed era il luogo dove si ritrovavano abitualmente poeti, musicisti e cantanti come Salvatore di Giacomo, Ferdinando Russo, Eduardo Di Capua, Gennaro Pasquariello e lo stesso Enrico Caruso. Due le pecularità del locale: un digestivo a base di rosolio e anice con tre chicchi di caffè e la completa assenza di porte…

IL RACCONTO DI ADOLFO NARCISO

Ad Adolfo Narciso, macchiettista di successo e poi giornalista molto seguito, si deve un dettagliato resoconto della genesi della canzone. La ricordò in un articolo apparso sul settimanale “Roma della Domenica”, successivamente inserito nel libro “Varietà dell’Ottocento” (1944).  Narciso raccontò che una sera del 1904 entrò nel caffè Croce di Savoia e trovò Alfredo Falcone Fieni intento a parlare con il compositore Rodolfo Falvo, noto come il Mascagnino per via del ciuffo simile a quello del grande musicista livornese.
Essendo amico di entrambi, Narciso si avvicinò ai due e scoprì che, in realtà, Falcone Fieni stava leggendo una poesia che aveva scritto da poco. Stando alle parole del giornalista, al termine della lettura Falvo esclamò: “Dammella. Stanotte stesso la musicherò: è bella. Questa è una visione dantesca!… Sì, perchè se Dante cantò per Beatrice Lucean gli occhi tuoi più che la stella…, tu hai sospirato per gli occi di Cuncettina”.  Quelli che aveva ascoltato Falvo erano i versi di Uocchie c’arraggiunate e il riferimento dantesco, tutt’altro che campato in aria, era per l’incipit del testo: St’uocchie ca tiene belle/lucente ccchiù d’ ‘e stelle/sò’ nire cchiù d’ ‘o nniro/só’ comm’a duje suspire.

LA NASCITA DEL RITORNELLO

Narciso diede poi conto di uno sviluppo imprevisto, che accelerò la nascita della canzone. Successe che, mentre i presenti si congratulavano con il poeta, Falvo si appartò in un angolo del locale e, con i versi davanti, leggeva e canticchiava. “Di botto si alzò e, ravviandosi il ciuffo mascagniano, esclamò:<<Il refrain è bello e pronto! Ascoltatelo!>>” è scritto nell’articolo “Mascagnino con la sua voce simpatica, cantò: E chi ve pò scurdá/uocchie ch’arraggiunate/senza parlà?/Senza parlà?” Il ritornello di Uocchie c’arraggiunate era nato prima di quanto immaginato. La serata al caffè Croce di Savoia ebbe poi un sequel al Concerto Eden, altro epicentro della scena musicale di inizio ‘900, sito in via Guglielmo Sanfelice. Fu lì che, per una serie di fortuite circostanze, Uocchie c’arraggiunate fu eseguita per la prima volta dal vivo. Il compito toccò a Gennaro Pasquariello e il successo fu immediato: il pubblico impose ben quattro bis.

Rodolfo Falvo
Rodolfo Falvo detto il Mascagnino

GLI INTEPRETI ED EDUARDO DE FILIPPO

Oltre che a Napoli, la canzone circuitò anche all’estero, come testimoniato da uno spartito dell’editore Raffaele Izzo che riporta la traduzione in francese e inglese. La prima con il titolo Beaux yeux qui parlez! e la seconda con il titolo Oh! Lovely speaking eyes.
Nell’archivio di radio Napoli sono presenti diverse versioni di Uocchie c’arragiunate, tra le altre quelle di Roberto Murolo, Maria Nazionale, Lina Sastri, Peppe Barra e Edoardo De Crescenzo.
Nella storia di Uocchie c’arraggiunate c’è anche Eduardo De Filippo: nel 1932 il drammaturgo ne inserì due significative citazioni nella commedia Gennareniello.  Indimenticabile e struggente la scena finale dell’edizione televisiva del 1978 in cui la canta alla moglie Concetta, la straordinaria Pupella Maggio. Molti ritengono che Uocchie c’arraggiunate fosse la sua canzone napoletana preferita: un aneddoto vuole che la cantasse spesso e che, quando lo faceva casa, la sua gatta gli si arrampicasse al collo facendogli le fusa.

IL TESTO DI UOCCHIE C’ARRAGGIUNATE

St’uocchie ca tiene belle,
lucente ccchiù d’ ‘e stelle,
sò’ nire cchiù d’ ‘o nniro
só’ comm’a duje suspire.

Ogne suspiro coce,
ma tene ‘o ffuoco doce
e, comme trase ‘mpietto,
nun lle dà cchiù arricietto.

E chi ve pò scurdá,
uocchie ch’arraggiunate
senza parlà?
Senza parlà?
A me guardate, sì,
e stàteve nu poco,
comme dich’i’,
comme dich’i’,
comme vogl’i’.

Sò nire, cchiù sblennente
‘e ll’ebano lucente.
Comm’a na seta fina
só’ ll’uocchie ‘e Cuncettina.

Sempe ca ‘e ttèngo mente,
nce trovo sentimente
pecché nce sta nu vezzo,
ca i’ guardo e ll’accarezzo.

E chi ve pò scurdá,
uocchie ch’arraggiunate
senza parlà?
Senza parlà?
A me guardate, sì,
e stàteve nu poco,
comme dich’i’,
comme dich’i’,
comme vogl’i’.

Sciure e frónne addirose,
nun cerco tanta cose.
Né ‘a cchiù bella guagliona,
si è ricca, mm’appassiona.

Ma tutt’ ‘a simpatia,
ma tutt’ ‘a vita mia,
mme giova o mm’arruvina,
só’ ll’uocchie ‘e Cuncettina.

E chi ve pò scurdá (rit)

8 Commenti. Nuovo commento

  • Come tutte le melodie napoletane questa può annoverarsi tra le più struggenti.
    Bellissimo il ritornello.

    Rispondi
  • Mario Esposito
    13 Agosto 2024 23:01

    Testo e ritornello meravigliosi e struggenti. Un piccolo capolavoro

    Rispondi
  • Sempre struggente. Bellissima melodia e splendidi versi.

    Rispondi
    • Cosimo barbato
      25 Ottobre 2024 13:10

      Fra i tanti tesori di Napoli come il Vesuvio il golfo e l arte culinaria, c è la canzone classica napoletana e questa canzone ne fa parte di diritto

      Rispondi
    • Cosimo barbato
      25 Ottobre 2024 13:10

      Fra i tanti tesori di Napoli come il Vesuvio il golfo e l arte culinaria, c è la canzone classica napoletana e questa canzone ne fa parte di diritto

      Rispondi
  • Tizzani Giovanni
    23 Ottobre 2024 13:03

    La Concettina che fu dedicata Uocchie Ca rragunate , si chiamava Tizzani Concetta, che poi l’autore della stessa canzone la sposò.
    Concetta Tizzani era la sorella di mio nonno Tizzani Edoardo

    Rispondi
  • CON QUESTA CANZONE, IL CONNUBIO TRA PAROLE E MUSICA HA RAGGIUNTO IL MASSIMO ; PER QUANTO MI RIGUARDA L’ANNOVERO TRA LE CANZONI CLASSICHE NAPOLETANE FRA LE PIU’ BELLE DI SEMPRE.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere