Di Salvatore Gambardella la definizione più azzeccata l’ha data Pietro Gargano: un geniale analfabeta del pentagramma. E non tragga in inganno il termine analfabeta, al contrario. Il critico lo ha scelto apposta per esaltarne il talento naturale e per valorizzarne l’importanza storica. Salvatore Gambardella fu, infatti, il primo grande autore di canzoni napoletane a non aver studiato al Conservatorio. Fu all’altezza di compositori del calibro di Tosti e Costa, ma senza la stessa preparazione musicale. Le canzoni, lui, le compose fischiettando.
SALVATORE GAMBARDELLA, MUSICISTA SPONTANEO
Salvatore Gambardella nacque nel cuore dei Quartieri Spagnoli il 17 novembre 1871. Suo padre era un portinaio e sua madre una maestrina. Si avvicinò alla musica per strada, frequentando un mandolinista cieco che si esibiva a via Toledo. Il continuo ascolto gli consentì di familiarizzare con quello strumento e, successivamente, anche di suonicchiare un organetto. L’affinamento del suo orecchio passò anche attraverso il teatro San Carlo, dove riuscì a lavorare come corista e comparsa.
Le prime canzoni arrivarono che era poco più che ventenne. Nel 1892 compose ‘A retirata d’‘a fanteria e nel 1893 il suo più grande successo, ‘O marenariello. Una consolidata aneddotica vuole che il capolavoro sia nato per caso. L’autore dei versi, Gennaro Ottaviano, era entrato nella bottega dove lavorava Gambardella con il testo della canzone in mano. Voleva che il padrone glielo musicasse. Fu, invece, Gambardella ad impossessarsene, rimanendo colpito dal ritornello. Le note giuste gliele mise lui, mentre fu, poi, il maestro Tombella a trascriverle in uno spartito. Probabilmente, però, le cose andarono diversamente.
‘O MARENARIELLO, PRIMO DI MOLTI SUCCESSI
Gambardella e Ottaviano cercarono invano di vendere ‘O marenariello all’editore Santojanni, che la snobbò. Per niente scoraggiati, decisero di pubblicarla ugualmente a proprie spese. I 500 spartiti stampati furono venduti in un mese, segno di un forte gradimento del pubblico. L’editore Bideri lo capì al volo e acquistò i diritti della canzone, contribuendo, poi, al suo lancio definitivo. Seguirono anche delle polemiche, che chiariscono meglio la genesi della canzone. Un altro autore, Diodato Del Gaizo, accusò Ottaviano di plagio per aver ricalcato il testo della sua canzone ‘O mare e ba. Musicata dallo stesso Gambardella e pubblicata senza successo.
La causa che ne seguì finì nel nulla. Lecito supporre, come pure sostenuto da alcuni, che Gambardella avesse in motivo già in testa e fosse alla ricerca delle parole giuste. Quelle di Ottaviano si rivelarono migliori di quelle di Del Gaizo. D’altronde, all’epoca era prassi comune utilizzare la stessa musica per testi di autori diversi.
Al di là di ‘O Marenariello, Salvatore Gambardella firmò altri capolavori. Ad esempio, si deve a lui Quanno tramonta ‘o sole, che ha ispirato ben due film. È sua anche la musica di Furturella, che entusiasmò Giacomo Puccini. E poi Pusilleco addiruso, Lili Kangy, Comme facette mammeta, Ll’arte d’ ‘o sole, Nini Tirabusciò, Albergo ‘e l’allegria e via cantando. Paradossalmente, la vena creativa di Salvatore Gambardella iniziò ad inaridirsi quando decise di studiare musica davvero. Morì il 29 dicembre 1913, povero e quasi dimenticato.
AMATO DAI GRANDI MUSICISTI E DAL POPOLO
Il talento di Salvatore Gambardella fu unanimemente apprezzato dai grandi artisti e intellettuali della sua epoca. Salvatore di Giacomo gli affidò i versi di ‘E trezze ‘e Carulina. Oltre a Quanno tramonta ‘o sole, Ferdinando Russo gli fece musicare altre tre poesie. Anche Libero Bovio ricorse alla sua vena creativa. Altri ammiratori furono Ildebrando Pizzetti, Pietro Mascagni, Enrico Caruso e addirittura Wagner, che lo volle conoscere.
Allo stesso tempo, però, la musica di Salvatore Gambardella fu amatissima anche dai ceti più umili. Il motivo stava nella sua capacità di saper tradurre in note alcuni tratti identitari del carattere del popolo napoletano. La serenità d’animo e l’ilarità, la passionalità e l’allegria: “palpiti e sorrisi, lacrime e risate”.
SALVATORE GAMBARDELLA, ANEDDOTI E CURIOSITÀ
Salvatore Gambardella rivelava la sua estrosità in tanti dettagli. A partire dal fisico alto, magro e con una bella chioma. Amava adornare l’occhiello della giacca con foglie d’edera. Camminava con passo talmente spedito che sembrava corresse. Non indossava il cappotto di inverno. Amava la buona cucina. Si divertiva a celare la sua vera identità usando gli pseudonimi Carlo Di Giuseppe e Giuseppe Di Giuseppe. Fu anche cantante: si esibì al ristorante tra amici, sui carri di Piedigrotta e in sala di incisione. Per tutti noi, però, rimane soprattutto un grande compositore.