Gilda Mignonette

Gilda Mignonette, un romanzo per la Regina degli Emigranti

Rivive il mito di Gilda Mignonette, ma stavolta non si tratta di qualche vecchia incisione spuntata fuori chissà da dove. Il suo mito non è alimentato da canzoni, ma da un bel romanzo: “La notte non vuole venire”. Lo ha scritto Alessio Arena per la Fandango ispirandosi liberamente alla sua vita da star internazionale. Una vita vissuta nel segno della canzone napoletana, facendo la spola tra Napoli e New York.

LA TRAMA DEL ROMANZO

Alessio Arena ha ambientato il romanzo a bordo del transatlantico Homeland. È l’8 giugno 1953, la destinazione è Napoli e tra i passeggeri c’è Griselda Andreatini, in arte Gilda Mignonette. La Cantante dei Due Mondi ha deciso di tornare definitivamente nella sua città, ma le sue condizioni sono precarie. In pratica, sta morendo. Al suo capezzale c’è Esterina Malacarne, la ragazza napoletana che si era portata negli States come assistente. Ed è proprio Esterina la voce narrante del libro. È lei a raccontare gli episodi salienti di una carriera leggendaria. E di una vita vissuta intensamente.

Mischiando realtà e fantasia con grande abilità, Arena mette Esterina al centro di un flashback avvincente. Dal suo punto di vista, ricorda l’arrivo a Ellis Island e la successiva vita di lussi. Evoca la relazione tra Gilda Mignonette e Federico Garcia Lorca (una suggestione di Arena). Parla di Frank Acierno, il giovane marito della cantante, che la seduce e la mette incinta del suo unico figlio. Il tutto sullo sfondo di una New York immersa nella ruggente atmosfera degli anni ’20.

GILDA MIGNONETTE, UNA STORIA TRA DUE MONDI

Griselda Andreatini nasce il 1° aprile 1886 nel cuore della Duchesca. Nonostante le scarse possibilità economiche, i genitori assecondano la sua vocazione facendole studiare canto. Inizia ad esibirsi giovanissima prendendo in prestito il cognome di una famosa sciantosa ungherese: Mimì Mignonette. Sono gli anni di Elvira Donnarumma, Emilia Persico, Gennaro Pasquariello Armando Gill, Raffaele e Luisa Viviani. La sua gavetta è fatta di esibizioni nei cafè chantant, nei cinema varietà e, naturalmente, nelle feste di Piedigrotta.

Nei primi anni ’10 inizia a girare il mondo cantando in Spagna, Ungheria, Russia e in Argentina, dove arrivano i primi riconoscimenti. Nel 1915 è per la seconda volta in tournée in Sud America. Nel 1920 si cimenta nella prosa debuttando nella compagnia di Raffaele Viviani. Il sogno americano inizia nel 1924 quando parte per gli Stati Uniti con la compagnia Roberto Ciaramella e Silvia Coruzzolo. Porta con sé un talento naturale e una consolidata esperienza live.

GILDA MIGNONETTE A NEW YORK

Le basta poco tempo per diventare la beniamina degli italo-americani. Nel 1925 porta in scena lo spettacolo Napule addò sta cchiù, ottenendo un notevole successo. Nel 1927 la sua fama esplode con la canzone ‘A cartulina ‘e Napule, che la consacra Regina degli emigranti. Contribuiscono alla sua popolarità anche Anema ardente, E l’emigrante chiagne, ’O paese d’ ‘o sole. Così come Mandulinata ’e l’emigrante, Connola senza mamma, Santa Lucia luntana.

Professionista severa e instancabile, Gilda Mignonette è continuamente in tour. Torna spesso a Napoli, ma è New York il suo centro di gravità permanente. Nel dicembre 1941 tiene un memorabile concerto al Majestic Theatre, nel cuore di Manhattan. Alla fine dello stesso anno, però, le cose si complicano con la dichiarazione di guerra agli USA di Mussolini. Gilda Mignonette finisce nel mirino delle autorità americane ed è costretta a sospendere la sua attività artistica. Rimane in America, ma senza lavorare: solo nel 1947 torna ad esibirsi a New York. Negli anni successivi lo fa di nuovo in Sud America e in Europa, tornando anche a Napoli nel 1949. Nel 1953 tiene altri spettacoli a New York, ma il mondo è cambiato e decide di ritornarsene a casa. Si imbarca sul transatlantico Homeland. Senza più toccare terra.

Gilda Mignonette è sepolta nel cimitero di Poggioreale: sulla sua lapide c’è scritto “Ebbe da madre natura animo canoro. Cantò il cielo, il mare, il sole”.

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