II testo di Canzona marenara è originario dell’isola di Procida ed è formato da tre distici intrisi di nostalgici echi settecenteschi. Secondo gli studiosi, il suo andamento richiama le cosiddette «canzone ‘e copp’ o tammurro». cioè quei brevi componimenti popolari il cui motivo era sviluppato con il solo accompagnamento di una tammorra. La costruzione musicale è caratterizzata dalla ripetizione regolare dei versi, riproposti due volte, e di un cantilenante quanto gioioso “trallarallallà”.

Per molti, la melodia è da attribuire a Gaetano Donizetti, che l’avrebbe scritta nel 1835 durante la sua permanenza a. Napoli, periodo in cui, comunque, compose altre canzoni in napoletano come Quanno allo bello mio vojo parlare e La conocchia. Quale che sia la paternità di Canzona marenara, non vi è dubbio che Stendhal la apprezzò molto. Così tanto da citarla nel suo diario partenopeo: “Qualcosa di straordinario passava in quella canzone: forse l’eco irresistibile della voce della sirena, certo l’anima di una città favolosa”

Pubblicata anche con i titoli di Me voglio fa na casa miez’ o mare, Canzone di Pescatore e Amor marinaro, fu molto popolare durante tutto il XIX secolo. Nell’archivio di radio Napoli, Canzona marenara è presente con le versioni di Roberto Murolo, Renzo Arbore, Fausto Cigliano. In ambito femminile, invece, notevole l’interpretazione di Giuni Russo insieme a quelle di Pina Cipriani, Consiglia Licciardi e Lina Sastri.

TESTO DI CANZONA MARENARA

Mme voglio fá na casa ‘mmiez’ô mare,
mme voglio fá na casa ‘mmiez’ô mare,
fravecata de penne de pavune,
fravecata de penne de pavune.

Trállalallá, lallá llalallá,
lallá lallallá lallallá lallallá.

D’argiento e d’oro voglio fá li ggrare,
d’argiento e d’oro voglio fá li ggrare
e de prete preziose li balcune,
e de prete preziose li balcune.

Trállalallá, lallá llalallá,
lallá lallallá lallallá lallallá.

Quanno nennella mia se va a affacciare,
quanno nennella mia se va a affacciare
ognuno dice, ognuno dice:
“Mo sponta lu sole”.

Trállalallá, lallá llalallá,
lallá lallallá lallallá lallallá.

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