macchietta

Macchietta, la canzone comica recitata

La macchietta è una canzone comica scritta per un’interpretazione teatralizzata. A farla semplice, è questa la definizione che meglio descrive quel particolare filone di brani umoristici che furoreggiò nella Napoli della Belle Époque.
Tutto ebbe inizio una sera del 1891 al Salone Margherita grazie all’incontro tra Ferdinando Russo, poeta già affermato, e Nicola Maldacea, attore diventato canzonettista di successo.

Quella sera Russo propose a Maldacea di cambiare repertorio e stile: non più canzoncine allegre incentrate su una chiara linea melodica, ma brani fortemente ironici da eseguire recitando più che da cantando. L’autore di Scetate pensava alla raffigurazione dei tipi curiosi e delle situazioni grottesche in cui, da acuto osservatore della società napoletana, si imbatteva quotidianamente. Per renderla efficace in termini musicali, riteneva che un’esecuzione di tipo attoriale meglio sottolineasse gli aspetti comici e paradossali delle vicende raccontate.
Maldacea colse subito il senso del suggerimento e, soprattutto, lo mise in pratica. Anni dopo scrisse nella sua autobiografia Memorie: “Come il pittore, mi ripromettevo di dare al mio pubblico una impressione immediata, schizzando il tipo, rendendone i tratti salienti. Da ciò l’origine della parola macchietta, che è propria dell’arte figurativa, schizzo frettoloso, che renda con poche pennellate un luogo o una persona”.

Nicola Maldacea
Nicola Maldacea

I CANONI DELLA MACCHIETTA

L’incontro tra Ferdinando Russo e Nicola Maldacea portò ad una rapida codificazione della macchietta.
La sua struttura compositiva prese la forma di un monologo rimato in cui la musica aveva il compito di sostenere la recitazione, senza mai sovrastarla.
Il testo, invece, era centrato sulla caricatura di un personaggio, eletto a emblema di una categoria di persone o di una condizione. Le sue vicissitudini erano trattate in chiave comico-satirica con ampio ricorso a doppi sensi, spesso oltre i limiti della volgarità.
La sua messa in scena, poi, richiedeva gestualità e mimica facciale accompagnate dall’uso di capi di vestiario stravaganti e forme di trucco, tutti espedienti utili ad accentuare la caratterizzazione del protagonista.

La maggior parte delle 50 macchiette di Ferdinando Russo furono interpretare da Nicola Maldacea. Tra le altre, ebbero successo Pozzo fa’ o prevete?, sfottò di seminaristi senza fede; Il madro, spietato ritratto delle madri di sciantose; Don Frichino, impietosa dissacrazione del gagà; Il conte Flick, ironica presa in giro della nobiltà squattrinata e indebitata.
Una menzione speciale la merita ‘O pezzente ‘e San Gennaro, che racconta di un uomo diventato povero per effetto dell’Unità di Italia. La sua pubblicazione, come la sua rappresentazione, fu oggetto di una pesante censura per i chiari riferimenti anti governativi e filoborbonici.

NON SOLO FERDINANDO RUSSO E NICOLA MALDACEA

Oltre a Ferdinando Russo, furono autori di macchiette anche Capurro, Cinquegrana, Murolo, Nicolardi, Galdieri e addirittura Trilussa, a testimonianza che il nuovo genere di canzoni comiche ebbe una notevole diffusione in tutta Italia, non solo a Napoli.
Come esecutori, insieme a quello dell’apripista Maldacea vanno ricordati i nomi di Berardo Cantalamessa, Peppino Villani, Roberto Ciaramella e, negli Stati Uniti, di Farfariello. Ai loro esordi furono macchiettisti anche Raffaele Viviani e Eduardo De Filippo.

A partire dagli anni ’30 la macchietta visse una seconda stagione di popolarità grazie al talento di Nino Taranto e all’estro creativo di due eccellenti autori come Pisano e Cioffi. Ai giorni nostri è Vittorio Marsiglia l’ultimo, grande interprete di un genere che senza Ferdinando Russo e Nicola Maldacea non avrebbe mai visto la luce.

,
Articolo precedente
Il napoletano a Sanremo prima di Geolier

Post correlati

Nessun risultato trovato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere