Salvatore di Giacomo fu anche fotografo. Il suo prezioso lascito si compone, infatti, di poesie, canzoni, drammi, traduzioni, copioni cinematografici ma anche di tanti scatti fotografici. Sì, perché dei suoi molteplici interessi quello per le foto era un’autentica passione, figlia legittima dell’attività da giornalista praticata quotidianamente fino al 1896.
Vicoli, tribunali, ospedali e, soprattutto, la gente che li popolava erano i soggetti preferiti delle scorribande che compiva per le strade di Napoli con una delle prime Kodak portatili. Attento osservatore della realtà cittadina, di Giacomo trovò nella macchina fotografica lo strumento ideale per raccontare le condizioni di disagio vissute da larghi strati della popolazione nella città di fine secolo.
.SALVATORE DI GIACOMO FOTOGRAFO IN “NAPOLI ILLUSTRATA”
Della sua produzione fotografica è testimonianza la collana “Napoli illustrata”, da lui stesso pubblicata nel 1900, contenente sei cartoline postali con scatti realizzati in città e sonetti dedicati alla vita di strada. A rivederle dopo più di un secolo, queste cartoline rivelano un valore narrativo che sembra caricarsi di nuovi significati.
La cartolina ’E robbe vecchie ritrae uno straccivendolo seduto alle prese con ago, filo e bottone. Il suo intento è ridare vita a “Panne, purtate ‘a tanta e tanta gente,/cammise ricamate o arrepezzate,/ ca ncuollo a quacche povero pezzente,/ o ncuollo a na cocotta site state”. Una foto che potrebbe essere scattata anche oggi, magari in uno di quei mercatini dell’usato dove, purtroppo, cercano soluzioni d’acquisto sostebili i sempre più numerosi italiani in condizioni di povertà..
Ancora più emblematica è la cartolina “Irma” in cui colpisce l’immagine della donna riversa su un marciapiede dove non è sola nel disagio. Oggi potrebbe raccontare di una donna immigrata che “Mmerz’ e nove s’ha mangiata/na fresella nfosa a ll’acqua./E mo, comme a na mappata,/stà llà nterra. E dorme, stracqua”.
Stesso discorso per la cartolina “‘A lezzione” con uno scatto centrato su tre scugnizzi che parlottano tra di loro e i versi che chiariscono il loro destino di vagabondi dell’elemosina.
Imbracciando la Kodak, di Giacomo alimentò la vena realistica della sua narrativa, raccontando la Napoli dolente che faceva da contraltare alla città abbagliata dalla Belle Époque.
Cartolina ‘A lezzione