Phonotype record

Phonotype Record, dai grammofoni a Spotify

La Phonotype Record ha scritto la storia della canzone napoletana e, forse, ne scriverà anche una parte del futuro. Continuerà a vivere, infatti, la storica sala di registrazione a due passi da Mezzocannone. Questo almeno è l’obiettivo del nutrito gruppo di operatori musicali a cui i fratelli Esposito hanno ceduto il testimone.

Laddove nacque l’industria discografica napoletana prenderà vita l’Auditorium Novecento Napoli, progetto della Museum Records (locataria degli spazi dal novembre 2017). Un’iniziativa che trasformerà i locali di via De Marinis in una moderna factory musicale aperta a tutti i generi. Si continueranno a produrre canzoni, ma si faranno anche concerti e si realizzeranno videoclip. Insomma, si farà musica a tutto tondo, un pò come ha fatto nel corso del tempo la Phonotype Record. Che non è stata una semplice sala di incisione.

LA DITTA FRATELLI ESPOSITO DI RAFFAELE

La storia della Phonotype Record inizia all’alba del ‘900 con Raffaele Esposito, produttore di selle e amante della lirica. La sua passione per la musica lo portò ad essere uno dei primi napoletani a possedere un grammofono. E, dopo poco, ad essere anche uno dei primi a venderli. Nel 1907 gestiva un negozio principale in calata S. Anna dei Lombardi e una succursale a via Roma. Da rivenditore di “macchine parlanti” a produttore discografico il passo fu breve: la ditta si sviluppò e prese il nome di Fratelli Esposito di Raffaele.

La studiosa Anita Pesce ritiene che, in questa evoluzione imprenditoriale, furono determinanti i rapporti intrattenuti con la Beka. La Beka era una etichetta discografica fondata a Berlino nel 1904 e presente a Napoli e Milano già nel 1905. La sua presenza in Italia era finalizzata alla realizzazione di incisioni di brani del repertorio operistico e leggero. Raffaele Esposito avrebbe iniziato a stampare dischi utilizzando matrici prodotte proprio dalla Beka. Questo lascia pensare una coincidenza di titoli e codici riscontrata sui dischi stampati dalle due aziende.

LA NASCITA DELLA PHONOTYPE RECORD

Il primo marchio utilizzato da Raffaele Esposito fu Società Fonografica Napoletana. I primi contratti con interpreti napoletani, tra cui Gennaro Pasquariello, risalgono al 1909. Allo stesso anno risale anche l’ingaggio del direttore d’orchestra Barna Felsmann. A quel punto a filiera musicale era completa: le canzoni venivano registrate dal vivo e stampate su 78 giri.

Il marchio Società Fonografica Napoletana divenne Phonotype Record nel giro di poco tempo, sicuramente dal 1911. La Phonotype Record si impose rapidamente sul mercato nazionale e nel 1924 sbarcò addirittura negli U.S.A acquisendo la Klarophone Record. Il suo catalogo era incentrato sulle canzoni napoletane e il suo ruolo fu centrale per la loro affermazione. Insomma, quella della Phonotype Record è una storia di dischi che sono arrivati fino ai giorni nostri attraversando secoli e continenti. Una storia che merita di proseguire.

L’organigramma della nuova compagine imprenditoriale include Fabrizio Piccolo, Daniele Chessa, Paolo Nappi, Francesco Virgilio Sabatini, Paolo De Rosa, Gianni Ruggiero. È stata lanciata una campagna di fundraising a sostegno del loro progetto Auditorium Novecento Napoli. Clicca qui per saperne di più.

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