Addio a Napoli vide la luce nel 1868 grazie a Teodoro Cottrau, considerato il suo autore. Alcuni studiosi sostengono che essa sia una rielaborazione della più antica Addio a Napole, canzone ripresa anche da Domenico Bolognese e Vincenzo De Meglio nel primo volume della raccolta “Eco di Napoli”, dove compare con versi in napoletano e in italiano.  Il testo pubblicato da Cottrau è permeato dal tema del distacco (o del rimpianto), reso con un’efficacia tale da farla considera una canzone di emigrazione.

Con una melodia sospesa tra momenti di grande briosità ad altri più som­messi, il brano ha conosciuto fama internazionale entrando nel repertorio di moltissimi cantanti. Su tutti è da ricordare Enrico Caruso, che contribuì in maniera decisiva alla sua diffusione registrandola il 9 settembre 1919 per l’etichetta discografica Victor Talking Machine con il titolo Farewell to Naples. Nel vasto elenco di interpreti compaiono anche Beniamino Gigli, Placido Domingo e Sergio Bruni. Memorabile la breve citazione del testo con la quale Lucio Dalla e Francesco De Gregori introducevano l’esecuzione di Ma come fanno i marinai durante il tour “Banana Republic” del 1979.

TESTO DI ADDIO A NAPOLI

Addio mia bella Napoli.
La tua soave immagine
chi mai chi mai scordar potrà!

Del ciel l’azzurro fulgido
la placida marina
qual core non inebria
non bea di voluttà

Il ciel, la terra e l’aura
favellano d’amore;
te sola al mio dolore
conforto io sognerò.

Addio mia bella Napoli,
addio care memorie
del tempo che passò.

Tutt’altro ciel mi chiama,
ma questo cor ti brama
e  il cor ti lascerò.

Di baci e d’armonia
è l’aura tua ripiena.
Oh magica sirena,
fedele a te sarò.

Al mio pensier più teneri
ritornano gli istanti,
le gioie e le memorie
dei miei felici dì.

Addio mia bella Napoli,
addio care memorie
del tempo che passò.

 

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