Mia Martini occupa un posto di assoluto rilievo nell’olimpo delle voci femminili della canzone napoletana, contendendo a Mina il primato di cantante più importante nata lontano dal Vesuvio. Un merito che non deriva solo dalla straordinaria interpretazione di Cu mme, il capolavoro di Enzo Gragnaniello duettato con Roberto Murolo.
L’amore per la musica di Napoli fu infatti una costante della sua carriera, lo rivelò nel corso di programmi tv, concerti e sessioni discografiche. Tra classici e inediti, sono almeno diciassette i brani in napoletano che Mia Martini eseguì tra la fine degli anni ’70 e il 1995 e di cui si conserva ancora oggi memoria.
MIA MARTINI E LA CANZONE NAPOLETANA
La prima traccia del suo intenso legame con la canzone napoletana rimanda al 1979. Ospite della puntata di “Fantastico” andata in onda su Rai 1 il 27 ottobre, Mimì cantò un frammento di Nun è peccato, per la precisione la seconda strofa. Fu un’interpretazione di appena trenta secondi, tuttavia già indicativa di uno stile che coniugava espressività e naturalezza.
Al 1988 risale, invece, un’esibizione a “Master”, programma di Rai 2, che gli diede l’opportunità di eseguire Reginella in una versione a tre voci con Drupi e Mario Maglione.

Di classici della canzone napoletana, l’anno successivo ne propose ben tre partecipando alla kermesse “Grand Prix Italia”: accompagnata dall’orchestra e affiancata da Peppino di Capri, cantò dal vivo Luna caprese, Anema e core e nuovamente Nun è peccato.
Il 1989 fu anche l’anno in cui iniziò a prendere forma discografica il sodalizio artistico con Enzo Gragnaniello. Il cantautore firmò tre delle dieci tracce dell’album Martini Mia…, tra cui Statte vicino a me, in gran parte in italiano ma con il titolo e due versi in dialetto. Sue anche altre due canzoni napoletane inedite: Va’ a Marechiaro, inserita da Mimì nell’album La mia razza del 1990, e Scenne l’argiento, incisa per l’album Lacrime del 1992.
LA CONSACRAZIONE DI CU MME
La pubblicazione di Cu mme, rappresentò la definitiva, ma non casuale consacrazione di Mia Martini come grande interprete della canzone napoletana. Il brano comparve nell’album di Roberto Murolo Ottanta voglia di cantare pubblicato nel 1992. La registrazione avvenne però una notte del 1991 in uno studio di via Toledo in un’atmosfera molto particolare.
“Si era recata in sala con Enzo Gragnaniello per ascoltare la parte cantata da Murolo. Era molto stanca, arrivava da Bologna.” ricordò anni dopo lo scomparso produttore del disco Nando Coppeto “Andammo poi a cena. Murolo chiese di andare a dormire, mentre lei volle tornare nello studio. Era quasi l’una, si rilassò, poi cominciò a registrare. Ma cantò un’ottava sotto. Si arrabbiò perché pensava che quella non fosse la tonalità giusta. Diede un urlo che resterà immortale. Ascoltando la registrazione, però, rimanemmo impietriti, tutti con la pelle d’oca. La sua interpretazione era da brividi. Se ne convinse anche lei, che ordinò:non toccate niente, non la farò mai più così.” Aveva ragione: il capolavoro era nato al primo colpo.
UN SUCCESSO IMPREVISTO
Cu mme ottenne un imprevisto quanto notevole successo, riuscendo nuovamente ad imporre il napoletano sulla ribalta musicale nazionale, cosa che non succedeva dai primi dischi di Pino Daniele. Oggi Cu mme è considerato un classico della canzone napoletana, alla stregua di ‘O marenariello, altro branoche Mia Martini e Roberto Murolo incisero insieme per quel memorabile album.
Il 1992 proseguì nel segno della musica partenopea scritta da Enzo Gragnaniello. Mia Martini prestò la sua voce per Mondi blu, canzone in italiano ma con significative venature in napoletano, composta e interpretata dal cantautore per il suo album Veleno, mare e ammore
Tutta dialettale fu invece la stesura del testo di Vieneme, brano che nel 1993 vide i due cantare insieme a Roberto Murolo nel suo album L’Italia è bbella. Per lo stesso disco, Murolo e Mia Martini si riproposero in duetto incidendo una bella versione di Te voglio bene assaje.

GLI ALTRI CLASSICI NAPOLETANI E PINO DANIELE
Il legame di Mia Martini con la canzone napoletana è segnato da altre interpretazioni che vale la pena ricordare. Nel 1992 cantò una parte di Tammurriata nera nel corso di una puntata del programma Rai Alta classe dedicata proprio a Roberto Murolo. Sempre nel 1992 e sempre per un programma targato Rai cantò Caruso di Lucio Dalla, ospite di Tombola radiotelevisiva.
Il 1994 fu invece la volta di Luna rossa, cantata nel programma tv Viva Napoli di Canale 5 e registrata per l’omonima compilation. L’anno successivo Mia Martini avrebbe dovuto partecipare nuovamente alla trasmissione, aveva in mente di proporre una sua versione di Lacreme napulitane. Non ci riuscì: se ne andò il 12 maggio 1995.
La voce di Mia Martini ha continuato a cantare napoletano anche dopo la sua scomparsa grazie alla pubblicazione di registrazioni inedite. Tra i tanti dischi postumi, una citazione speciale la merita l’album live Altro che il cielo uscito nel 2010. Il disco contiene diciannove canzoni, di cui due vanno ascoltate con particolare attenzione. Si tratta Chi tene ‘o mare e Il mare: il sentito omaggio di Mia Martini a Pino Daniele, tra i pochi a starle vicino nel periodo buio della sua carriera.
immensa in tutto