La notorietà mondiale di ‘O sole mio deve tanto a Enrico Caruso, che la incise nel 1916, e a Elvis Presley, che nel 1960 la trasformò in It’s now or never.
Se il grande tenore si mantenne fedele al testo originale, the King of Rock’n’Roll se ne allontanò. Preferì dei versi in inglese scritti per l’occasione, che poco avevano delle immagini poetiche mirabilmente tracciate da Giovanni Capurro.
LA STORIA DI IT’S NOW OR NEVER
La storia di It’s nor or never iniziò nel periodo trascorso da Elvis Presley in Germania per prestare il servizio militare.
Tra la fine del 1959 e i primi mesi del 1960 Presley decise di realizzare una propria versione di There’s no tomorrow, una canzone di Tony Martin del 1949 che già conosceva, a sua volta un adattamento di ‘O Sole mio in lingua inglese.
Poco convinto dei versi del brano, che consistevano semplicemente di una strofa e di un ritornello che apriva e chiudeva il testo, decise di cambiarli.
Ad aiutarlo fu Freddie Bienstock, un discografico che era andato a fargli visita e che in passato gli aveva già fornito i testi di Don’t e Jailhouse rock.
Rientrato a New York, Bienstocktrovò disponibili come parolieri solo Aaron Schroeder and Wally Gold. Leggenda vuole che i due scrissero il testo di It’s now or never in mezz’ora, valutando con una certa supponenza quanto avevano realizzato. In pratica, ritenevano di aver composto una canzoncina.
Dal canto, suo il compositore David Hill si occupò di incidere un nastro dimostrativo in stile cha-cha-cha. A quel punto tutto era pronto per l’incisione, che Presley realizzò il 3 aprile 1960 nello studio B della sala di registrazione della RCA a Nashville.

LA CURIOSITÀ EDITORIALE
Il 45 giri di It’s now or never uscì nel luglio 1960, in ritardo rispetto a quanto previsto dalla casa discografica. Il prolungarsi dei tempi di pubblicazione fu dovuto alla necessità di chiedere le necessarie autorizzazioni alla casa editrice Bideri, proprietaria dei diritti di ‘O sole mio.
In un primo momento, la Gladys Music Inc. non aveva considerato questa eventualità perché riteneva che il brano fosse di pubblico dominio (cioè, liberamente utilizzabile) in tutto il mondo e non solo negli U.S.A., dove effettivamente lo era.
L’accordo raggiunto riconobbe alla società di Presley il 90% dei proventi di esecuzione maturati negli U.S.A. e alle edizioni Bideri il 10%. Nel resto del mondo, invece, le percentuali erano invertite.
IL 45 GIRI DI ELVIS PRESLEY PIÙ VENDUTO
It’s now or never entrò nella Top 100 americana il 18 luglio 1960, piazzandosi al 44° posto. Dopo 5 settimane, raggiunse la vetta della classifica rimanendoci per altre 5 settimane.
It’s now or never è la canzone di Presley che ha venduto di più: una stima approssimativa delle vendite si aggira attorno ai 22 milioni di copie.